sabato 28 febbraio 2009

La Repubblica - 28 Febbraio 2009
Le case al posto dei Bus - Botta: "Com'è verde la mia Boccadasse"
La Sfida: "Ho messo l'ex rimessa in cornice"



Leggi l'articolo dal sito di Repubblica

Assemblea Pubblica indetta per Lunedi' 2 Marzo

giovedì 26 febbraio 2009

Architettura e Potere























Forse è il caso di andarci...

Genova, 5 marzo 2009 ore 17
Ordine degli Architetti PPC di Genova_piazza San Matteo 18

una conversazione con
Giorgio Parodi, Presidente Ordine PPC Genova
Enrico Arosio, giornalista, L'Espresso
Stefano Boeri, architetto e direttore di Abitare
Giovanni Caudo, urbanista, Facoltà di Architettura RomaTre
Massimo Ilardi, sociologo urbano, Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno
Tommaso Principi, Paolo Brescia_architetti/Open Building Research
Fabrizio Violante, critico cinematografico/Archphoto.it

modera Emanuele Piccardo, architetto e curatore Archphoto.it

“L’architetto è stato sempre intimamente legato al suo contesto sociale. Egli è uno degli strumenti umani posti al servizio del potere dominante, ha il mandato di consolidare le posizioni. L’architettura, oltre ad assolvere ad una sua diretta funzione, ha sempre avuto il compito di mantenere il potere … L’architettura non è un fatto autonomo, come certe prime donne del disegno ci vogliono far credere; l’architettura nasce e si forma nel grembo della società, è il prodotto di una età specifica, di un epoca definita.”
(Hannes Meyer)
L'architettura da sempre si relaziona con il Potere, essa stessa è la rappresentazione fisica del potere politico, economico e culturale del pubblico e del privato. La politica ha condizionato la costruzione e l’espansione delle città, individuando nell’architettura uno strumento di propaganda ideologica. Oggi, con la scomparsa dell’ideologia, la politica ha abbandonato il governo delle città delegando al mercato la regia delle trasformazioni urbane. D’altronde gli stessi architetti hanno contribuito ad alimentare questo appiattimento sulle regole del mercato, in cui il profitto occupa il primo posto, annientando quelle finalità sociali che l’architettura ha invece nel suo dna. Il permanere dell’intreccio tra affari-politica-architettura fa sì che si confonda il risultato del progetto, inteso come sintesi di un processo, con il manufatto edilizio costruito dai più spregiudicati immobiliaristi che producono la non città. Quale contributo può fornire l’architetto nel definire l’idea di città? Gli ultimi anni hanno evidenziato una doppia crisi: in primis, quella urbanistica ossia l’incapacità di regolamentare l’uso del territorio attraverso una normativa che limiti l’espansione incontrollata generatrice del fenomeno della città diffusa. La seconda causa va ricercata nella debolezza dell’architetto nei confronti del committente in termini di incidenza sulla qualità formale e costruttiva delle opere realizzate. L’assenza di una visione a largo raggio, al di là delle scadenze elettorali, pone la politica in una condizione di mediocrità culturale a cui l’architetto, con i suoi strumenti, deve sopperire. E’ il caso dell’Affresco che Renzo Piano regala alla sua città, Genova, dove immagina lo sviluppo urbano tra un decennio e oltre, ipotizzando uno scenario futuro. Recentemente, dopo l'ondata giustizialista di Tangentopoli, abbiamo assistito ad un ulteriore degrado etico e morale della professione dell'architetto, figura sempre più portavoce di un potere imprenditoriale che non produce, così come ci viene proposto, nessun valore aggiunto per la nostra società. Occorre che il mondo dell'architettura, intellettuale e professionale, faccia autocritica per aver sostenuto e difeso modalità del fare architettura prive di ogni etica che hanno determinato l'assenza dell'opera architettonica. E' ormai prassi consolidata tra i progettisti formare cordate con gli imprenditori per assaltare e conquistare porzioni di territorio sempre maggiori, senza un progetto politico che sappia orientare e condizionare le scelte immobiliari. A nessuno degli immobiliaristi italiani ne tanto meno ai politici, interessa l'architettura, anzi usano gli architetti, il cui difetto è vendersi al miglior offerente, per mascherare operazioni speculative attraverso un disegno accattivante e trendy di mere speculazioni edilizie. La questione etica non va sottovalutata e l'architettura, in cui noi viviamo quotidianamente, non può essere rappresentata da corruttori e corrotti, in quanto la sua caratteristica intrinseca è migliorare le nostre condizioni di vita. Sbaglia chi, tra gli architetti e sono molti, considera la questione etica solo un problema di stile o un'appartenenza ideologica al giustizialismo. L'etica e la trasparenza di coloro che amministrano una comunità devono costituire una base per rifondare la società contemporanea, certo i malesseri che attraversano i territori della politica non indicano una soluzione rapida.

sabato 21 febbraio 2009

Mission Impossible



Come si può essere efficaci nel comunicare a chi non abita qui, che noi, noi del quartiere, chiamatelo Boccadasse, e se il termine vi sembra usurpato, perchè noi non siamo nel borgo storico, quello delle cartoline, beh, allora chiamatelo il quartiere della Rimessa, a me va bene lo stesso, in effetti è la cosa più al centro, più grande, ingombrante e fragile che abbiamo. Ecco, come si può dire a chi sembra addirittura non voler sentire, che noi, tutti noi, non sentiamo affatto l'urgenza di un'architettura creativa. Diciamo che siamo persone semplici e ci basta ciò che abbiamo, niente dighe o torri. E nel pieno rispetto di chi costruirà chiediamo rispetto per chi vive qui da sempre e non vuole vedere tutte le mattine, aprendo le persiane, un altro peccato edilizio.

Paolo V.

venerdì 20 febbraio 2009

Ieri sera c'è stata l'Assemblea tra i Promotori. Che bello.



Un momento di democrazia. L'occasione per comunicare il percorso fin qui fatto e le azioni condivise da intraprendere ora. Dovremo farlo più spesso. Non solo noi. E non solo per la rimessa.

Paolo V.

giovedì 19 febbraio 2009

Stasera Assemblea dei Promotori. Che bello!




A tutti gli aderenti al
Comitato “Uniti per Boccadasse”

Il giorno 19 febbraio 2009 alle ore 21.00 presso la sala parrocchiale di Via Aurora in Boccadasse (sala parrocchiale ex-asilo) è indetta l’assemblea plenaria degli aderenti al Comitato “Uniti per Boccadasse” con il seguente ordine del giorno:
- informazioni sullo stato dell’arte dei progetti riguardanti l’ex Rimessa AMT;
- discussione/condivisione delle azioni/linee che il Comitato dovrà portare avanti nei prossimi incontri con le istituzioni.
In considerazione dell’importanza degli argomenti trattati, si prega di partecipare numerosi.

Cordiali saluti.



Il Comitato “Uniti per Boccadasse”

mercoledì 18 febbraio 2009

Uniti e arrabbiati



Ciao a tutti,

Volevo fare alcune considerazioni sulla nostra attività.
Noi abbiamo sicuramente ottenuto dei risultati che, però, a mio parere, saranno difficilmente recepiti da chi ci ha dato le firme. Siamo rimasti in attesa di progetti che sapevamo già essere la riproposta di Botta 1, infatti Botta 2 avrà i gasometri e, se ci sarà un Botta 3, questi saranno triangolari, ma sempre Botta saranno!
Alla gente Botta non piace e nemmeno a noi e dobbiamo farlo sapere al Sindaco e alla popolazione. L'impressione che ho è che ci stanno dando del fumo negli occhi con la citta partecipata, l' osservatorio etc.
Parlando con la gente del quartiere, ho capito che i firmatari hanno in mente altri progetti, progetti che assomigliano, in grande naturalmente, alla casa ristrutturata in fondo a via Sturla e in giro per Genova ci sono altri esempi; non dico costruzioni come quelle di Boccadasse ma che abbiano almeno qualcosa di genovese.
E' vero che i nostri palazzi costruiti negli anni '60 intorno alla rimessa sono di 4- 5 piani, ma perché peggiorare la situazione? Noi dovremmo lottare per migliorarla e poi le case di Via A. Da Brescia sono più basse e più adeguate alla zona.
Quindi secondo me dovremmo chiarire, con la stampa e con le istituzioni che per noi Botta non esiste proprio e dobbiamo insistere per avere almeno un paio di altri progetti. Noi sappiamo che forse non esistono, però almeno uno ci è stato promesso.
Perderemo probabilmente, ma avremo lottato e il sindaco si perderà 1800 voti e il quartiere capirà.
Oltre ad insistere sul problema fondamentale delle altezze, sono d'accordo con voi che dobbiamo puntare decisamente sulla viabilità. E non sarebbe male che un angolo di verde (due panchine e qualche albero) fosse di tutti e non solo dei privilegiati dell'Abitcoop.

Gianfranco L.

martedì 17 febbraio 2009

Ambaradan



Oggi pubblico la lettera consegnata nelle mani del Sindaco il 17 gennaio scorso durante un incontro con alcuni rappresentanti del Comitato. E' bene rileggerla ogni tanto perchè essa contiene in nuce l'espressione delle nostre idee sul destino dell'area, e di conseguenza di tutto il quartiere. Direi che ogni volta che ci vengono dubbi e si genera confusione sui nostri obiettivi conviene fare un piccolo ripasso.

Paolo V.

LETTERA APERTA AL SINDACO DI GENOVA
consegnata in occasione dell’incontro del 17 gennaio 2009

In occasione dell’incontro concesso dal Sindaco in data 17 gennaio 2009, il Comitato Uniti per Boccadasse, ormai ben noto alle Istituzioni, intende ribadire che, nelle aspettative dei residenti, di cui è portavoce, non vi è la pretesa che il proprietario realizzi nell’area ex autorimessa AMT un parco destinato a verde, bensì l’auspicio che il previsto complesso residenziale sia progettato nel rispetto della attuale identità del quartiere.
Il Comitato, nato spontaneamente tra i residenti di Boccadasse, vuole farsi portatore di tale richiesta al Sindaco, che, in più circostanze ha manifestato il Suo apprezzamento per una “partecipazione deliberativa della città” anche in merito all’assetto urbanistico di questa, garantendo un giusto equilibrio tra interesse pubblico e privato.
L’incertezza in merito a quanto verrà realizzato sull’area “ex autorimessa AMT di Boccadasse”, ha creato forti timori tra i residenti del quartiere che attendono di conoscere se, al momento, è stato o sono stati depositati progetti e quale è l’iter burocratico della conversione dell’area.
Se non è stato ancora depositato alcun progetto e quello “fatto circolare a mezzo stampa” è solo lo “schizzo” dell’ arch. Botta per la realizzazione di un condominio in un “generico quartiere” in una “ qualunque città”, il Comitato è ancora in tempo per chiedere al Sindaco di trasmettere alla proprietà ed al/ai progettista/i le aspettative/esigenze dei residenti del quartiere in previsione della riconversione dell’area.
Se, al contrario, il progetto/i sia/no stato/i depositato/i, il Comitato chiede al Sindaco quali siano le modalità per consentire ai residenti di far valere le loro opinioni in merito al futuro del quartiere.
Prima di arrivare ad un pubblico dibattito sarebbe opportuno che giungessero, alle istituzioni , alla proprietà ed al progettista, le richieste dei residenti per vedere realizzato un quartiere che, finalmente liberato dal peso di una autorimessa “antiestetica, fonte di rumori e inquinamento” possa valorizzare la propria identità locale sia dal punto di vista ambientale che sociale.
In sintesi: le nuove costruzioni dovranno rispettare le altezze medie degli edifici esistenti – non rapportandosi all’edificio più alto - (escludendo la realizzazione di porticati che creando spazi aperti – ricettacoli di sporcizia e cattive frequentazioni – camuffano innalzamenti impropri dell’edificio), consentire una buona viabilità del quartiere (ora sufficientemente appesantita dalle scuole e palestra di Via Cavallotti ), prevedere un adeguato numero di parcheggi a disposizione ed una giusta percentuale di area verde.
Le richieste dei residenti, di cui è portavoce il Comitato ed avvalorate anche da uno studio elaborato da tecnici del Comitato stesso, non sono “trascendentali”, e certamente non in conflitto né con gli interessi economici del costruttore né con le esigenze progettuali degli architetti.

Genova, 17.01.2009
IL COMITATO UNITI PER BOCCADASSE

domenica 8 febbraio 2009

Geniale


La rubrica "Le Lettere" del Secolo XIX ieri era tutta dedicata all'ipotesi di costruire una rimessa per gli autobus sotto Villa Gentile. Naturalmente condivido le preoccupazioni di chi ha scritto. Con loro mi chiedo anch'io qual'è l'opportunità per il Comune nell'incassare alcune decine di milioni di euro da un privato vendendogli una rimessa funzionante per poi spenderne senz'altro di più per costruirne una interrata sotto un campo di atletica bellissimo a cui dovremmo tutti (anche chi non fa atletica) portare rispetto.
Speriamo si tratti solo delle solite parole al vento a cui siamo fin troppo abituati. Ma anche così questa notizia mette molta tristezza.
Del resto gli esempi di inadeguatezza non ci vengono lesinati dai nostri amministratori. Sul Secolo XIX di venerdì scorso leggo che a fronte di un investimento milionario per attrezzare le strade di Nervi con carica batteria induttivi annegati nell'asfalto per far circolare autobus elettrici, si scopre, naturalmente a impianto ultimato, che le strade di Nervi sono assai in salita e gli autobus elettrici non ce la farebbero. Ma chi è il genio che ha speso i nostri soldi per questa sciocchezza?
E' esagerato dire che alcuni (molti) amministratori pubblici sono culturalmente impreparati?
E' esagerato affermare che anche qui, per la rimessa di Boccadasse, un'altra soluzione era e forse è ancora possibile?

Paolo V.

venerdì 6 febbraio 2009

Prima vivevamo solo nello stesso posto. Ora siamo un Quartiere.


Ciao a tutti,

Volevo spendere alcune parole sul Comitato. Io grazie al Comitato ho conosciuto persone che è vero che avevo vicine all'interno del quartiere dove sono nato, cresciuto e dove probabilmente morirò, ma per via della vita sia affettiva che professionale, sia per via del carattere chiuso e poco incline ad accettare nuove amicizie o conoscenze, tipico un pò di noi genovesi, non avevo mai avuto l'occasione di conoscere i miei vicini più o meno confinanti. Io sono molto contento di questa possibilità che il Comitato mi ha dato, perchè ho conosciuto persone, ho potuto scambiare pareri ed opinioni le più disparate, credo che tutto questo abbia accresciuto la mia persona se non altro per essermi relazionato con altri.
Sono convinto che il Comitato, non debba esaurirsi con il progetto Botta, perchè secondo me deve continuare ad esistere e a crescere anche dopo che il "progetto Botta" sarà stato realizzato. Dico questo perchè comunque vada (speriamo che vada nella direzione che vuole il Comitato) il Comitato deve restare vigile, attento e profondo conoscitore dei cambiamenti o delle necessità che il nostro quartiere palesa e paleserà nel tempo, questo se non altro per rispetto delle generazioni future (figli, nipoti, ecc).
Spero che molti di Voi condividano queste mie opinioni personalissime, che avevo in mente e che ho ritenuto opportuno esprimere e portare alla Vostra conoscenza.
Ciao a tutti.
Roberto B.

giovedì 5 febbraio 2009

Il Secolo XIX 5 Febbraio 2009 - Le Lettere


Parole sante, amico mio. Chiunque tu sia. Parole sante.

mercoledì 4 febbraio 2009

Mumble mumble...


In queste settimane arrivano al Comitato molte richieste da parte di abitanti del quartiere su aggiornamenti riguardo la situazione del progetto sull'area. Purtroppo non avendo ancora potuto vedere nulla di concreto non ci è agevole condividere una linea di condotta comune. E' difficile trovare il punto d'incontro tra le idee di chi vuole che comunque sia seguita una via puramente istituzionale e chi è convinto che senza un vero dibattito pubblico con assemblee e articoli sui giornali, non si verrà nemmeno ascoltati.
Per noi sarebbe un vero peccato se il modello della Città partecipata si risolvesse esclusivamente in una serie di articoli sui giornali a illustrare di volta in volta la bellezza o i punti critici dei progetti. La nostra posizione rimane sempre orientata a privilegiare il dialogo con le Istituzioni evitando il muro contro muro. Certo, sarebbe di non poco aiuto se le Istituzioni ora dessero segni della loro presenza con il quartiere che continua a vivere in uno strano limbo d'incertezza. Per esprimere il disagio verso questa situazione e le perplessità verso quanto trapela sul nuovo progetto dell'architetto Botta abbiamo inviato ad alcuni giornali che stanno partecipando agli sviluppi di questa vicenda un breve comunicato che allego in calce.

Ciao a tutti,

Paolo V.

"In riferimento a quanto apparso sulla stampa recentemente, in relazione al progetto del nuovo complesso residenziale sull'area ex-rimessa AMT di Boccadasse, Il Comitato Uniti per Boccadasse prende atto che vi è una "classe élitaria" ufficialmente informata sui progetti stessi e che gli abitanti e fruitori futuri dei nuovi spazi ne rimangono all'oscuro in attesa della presentazione ufficiale.Dall'incontro avuto con la Sig.ra Sindaco era emerso che il Committente avrebbe presentato più progetti e che gli stessi avrebbero seguito il percorso della "Città partecipata" con Assemblee di Quartiere atte a raccogliere impressioni e suggerimenti. Dagli articoli sulla stampa emerge la volontà di "sponsorizzare" un solo progetto. E gli altri dove sono finiti? Chiediamo "pari opportunità" e "pari visibilità" per tutti i progetti che verranno presentati, siano essi redatti da un archistar quale è l' Arch.Botta, sia da un semplice architetto genovese. Fin dall'inizio il Comitato ha richiesto prioritariamente la vivibilità del Quartiere contenendo l'altezza delle nuove costruzioni, una buona viabilità, un adeguato numero di parcheggi ed una giusta percentuale di verde che non divenga ricettacolo di sporcizia e cattiva frequentazioni. Dai giornali si evince che, se la metratura di 9000mq verrà rispettata e i corpi laterali sono di 3 piani, le torri circolari, alias "rocchetti", sono in realtà degli enormi gasometri alti dai 5 ai 7 piani : dove sono i tagli in altezza dei volumi del primo progetto che vengono citati a nome dell'architetto?
Si rimane in attesa di visionare i progetti nella speranza che gli stessi rispondano alle aspettative."
COMITATO UNITI PER BOCCADASSE.