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martedì 7 aprile 2009
venerdì 20 marzo 2009
Comunicato
Lunedì 16 Marzo 2009 si è svolta l’Assemblea Pubblica promossa dal ns. Comitato Uniti per Boccadasse sulla riqualificazione dell’area ex rimessa AMT di Boccadasse.
Dopo aver esaminato il progetto preliminare presentato dall’Arch. Botta, abbiamo cercato di individuare una linea comune che fosse espressione della volontà del Quartiere. Nel farlo abbiamo colto l’opportunità offerta dalle Istituzioni di poter partecipare in modo costruttivo ad un importante atto della vita democratica cittadina e di questo ne siamo grati. E’ in questa logica che le istanze uscite dall’Assemblea dovranno costituire le basi del confronto nell’ambito della Città Partecipata.
Prima fra tutte, è emersa prepotentemente la volontà unanime di chiedere il supporto delle istituzioni affinché il ns. quartiere non debba subire tale tipologia d’intervento. Non vogliamo mettere in discussione le capacità dell’Arch. Botta, ma dubitiamo fortemente che lo stesso conosca la realtà del ns. quartiere: proteso verso il mare e non rinchiuso in se stesso.
Il ns. quartiere non è degradato, non ha bisogno di tali spazi di aggregazione: noi abbiamo già la spiaggia di Boccadasse che è e rimarrà per sempre il ns. luogo d'incontro, è un quartiere dove la gente vive da anni se non vi è addirittura nata. Certamente lo stile delle costruzioni rispecchia il loro anno di nascita ma questo non vuole significare “degrado” che è ben altra cosa.
L’attuale proposta è forse necessaria per zone dove il degrado urbano e civile è forte. Esempi di questo genere non sono una novità quindi non è un intervento nuovo e futuribile bensì ormai obsoleto e “vecchio” che non trova alcuna valida motivazione né architettonica né sociale per essere utilizzato nel quartiere di Boccadasse.
La tipologia d’impianto/intervento proposta dall’Arch. Botta, ribadiamo, risulta essere estremamente chiusa in sé stessa molto simile a quella dell’ex-rimessa che per anni ed anni abbiamo dovuto “sopportare”. Temiamo che il suo attraversamento, previsto con percorsi pedonali, unici elementi che la mettono in relazione con l’esterno, possa avere ripercussione sulla sicurezza urbana così come lo spazio pubblico attrezzato a verde posto all’interno. Oggi tutti gli studi in tema di sicurezza urbana , molti dei quali già recepiti da alcuni Comuni Italiani, prevedono spazi verdi e/o aperti al pubblico, non chiusi all’interno, bensì visibili, aperti ed affacciati su strade.
L’attuale progetto ci appare come un fortino, chiuso dentro il tessuto urbano di un quartiere che, pur con un’architettura eterogenea, appare solare e aperto.
Non di riqualificazione, quindi, dobbiamo parlare, ma di un impianto anonimo proponibile in un qualsiasi quartiere di una qualsiasi città, di un qualsiasi Paese .
Le due torri o tre torri, inoltre, poco hanno a che fare con le caratteristiche liguri, la stessa tipologia è stata proposta dall’Arch. Botta in realtà ben lontane da noi per non parlare della loro “mole” tozza ed imponente che sovrasta tutti gli edifici circostanti.
Nel corso della nostra Assemblea Pubblica sono state ribadite tutte le perplessità già manifestate in altre precedenti occasioni di dialogo ( altezze, utilizzo del mattone per i rivestimenti esterni, parcheggi, viabilità, ecc.), ma sono tutte subordinate alla revisione della tipologia d’impianto.
Abbiamo ritenuto doveroso presentare alle Autorità Competenti la volontà del quartiere ben consci che il percorso della Città Partecipata, riferito ad area privata, è un’esperienza nuova e quindi particolarmente insidiosa.
Per questo motivo, nel rinnovare la nostra disponibilità a partecipare fattivamente e perché questa nuova esperienza di apertura alla città raggiunga i fini auspicati , sollecitiamo le Istituzioni affinché, accanto a noi e rispettando gli interessi legittimi del privato, proprietario dell’area, invitino il progettista a trovare un’altra soluzione per realizzare un’opera rispettosa della nostra identità.
Noi non urliamo, non utilizziamo slogan demagogici, vogliamo dialogare, cercare di convincere, collaborare.
Sta ora alle Istituzioni accettare o meno la nostra partecipazione.
Dopo aver esaminato il progetto preliminare presentato dall’Arch. Botta, abbiamo cercato di individuare una linea comune che fosse espressione della volontà del Quartiere. Nel farlo abbiamo colto l’opportunità offerta dalle Istituzioni di poter partecipare in modo costruttivo ad un importante atto della vita democratica cittadina e di questo ne siamo grati. E’ in questa logica che le istanze uscite dall’Assemblea dovranno costituire le basi del confronto nell’ambito della Città Partecipata.
Prima fra tutte, è emersa prepotentemente la volontà unanime di chiedere il supporto delle istituzioni affinché il ns. quartiere non debba subire tale tipologia d’intervento. Non vogliamo mettere in discussione le capacità dell’Arch. Botta, ma dubitiamo fortemente che lo stesso conosca la realtà del ns. quartiere: proteso verso il mare e non rinchiuso in se stesso.
Il ns. quartiere non è degradato, non ha bisogno di tali spazi di aggregazione: noi abbiamo già la spiaggia di Boccadasse che è e rimarrà per sempre il ns. luogo d'incontro, è un quartiere dove la gente vive da anni se non vi è addirittura nata. Certamente lo stile delle costruzioni rispecchia il loro anno di nascita ma questo non vuole significare “degrado” che è ben altra cosa.
L’attuale proposta è forse necessaria per zone dove il degrado urbano e civile è forte. Esempi di questo genere non sono una novità quindi non è un intervento nuovo e futuribile bensì ormai obsoleto e “vecchio” che non trova alcuna valida motivazione né architettonica né sociale per essere utilizzato nel quartiere di Boccadasse.
La tipologia d’impianto/intervento proposta dall’Arch. Botta, ribadiamo, risulta essere estremamente chiusa in sé stessa molto simile a quella dell’ex-rimessa che per anni ed anni abbiamo dovuto “sopportare”. Temiamo che il suo attraversamento, previsto con percorsi pedonali, unici elementi che la mettono in relazione con l’esterno, possa avere ripercussione sulla sicurezza urbana così come lo spazio pubblico attrezzato a verde posto all’interno. Oggi tutti gli studi in tema di sicurezza urbana , molti dei quali già recepiti da alcuni Comuni Italiani, prevedono spazi verdi e/o aperti al pubblico, non chiusi all’interno, bensì visibili, aperti ed affacciati su strade.
L’attuale progetto ci appare come un fortino, chiuso dentro il tessuto urbano di un quartiere che, pur con un’architettura eterogenea, appare solare e aperto.
Non di riqualificazione, quindi, dobbiamo parlare, ma di un impianto anonimo proponibile in un qualsiasi quartiere di una qualsiasi città, di un qualsiasi Paese .
Le due torri o tre torri, inoltre, poco hanno a che fare con le caratteristiche liguri, la stessa tipologia è stata proposta dall’Arch. Botta in realtà ben lontane da noi per non parlare della loro “mole” tozza ed imponente che sovrasta tutti gli edifici circostanti.
Nel corso della nostra Assemblea Pubblica sono state ribadite tutte le perplessità già manifestate in altre precedenti occasioni di dialogo ( altezze, utilizzo del mattone per i rivestimenti esterni, parcheggi, viabilità, ecc.), ma sono tutte subordinate alla revisione della tipologia d’impianto.
Abbiamo ritenuto doveroso presentare alle Autorità Competenti la volontà del quartiere ben consci che il percorso della Città Partecipata, riferito ad area privata, è un’esperienza nuova e quindi particolarmente insidiosa.
Per questo motivo, nel rinnovare la nostra disponibilità a partecipare fattivamente e perché questa nuova esperienza di apertura alla città raggiunga i fini auspicati , sollecitiamo le Istituzioni affinché, accanto a noi e rispettando gli interessi legittimi del privato, proprietario dell’area, invitino il progettista a trovare un’altra soluzione per realizzare un’opera rispettosa della nostra identità.
Noi non urliamo, non utilizziamo slogan demagogici, vogliamo dialogare, cercare di convincere, collaborare.
Sta ora alle Istituzioni accettare o meno la nostra partecipazione.
I promotori del Comitato
Uniti per Boccadasse
Uniti per Boccadasse
domenica 15 marzo 2009
Lettera aperta agli Abitanti del quartiere di Boccadasse
Care Amiche e Cari Amici,
a fine marzo saremo nuovamente chiamati dalle Istituzioni a partecipare all’Assemblea Pubblica per la riqualificazione dell’Area AMT di Boccadasse: non facciamo sì che i mass media ci cataloghino di nuovo come Condomini di una mega assemblea condominiale.
Cominciamo un cammino insieme.
Il Comitato Uniti per Boccadasse è stato costituito per Voi, nasce per Voi e deve lavorare con Voi. Per questo, per poter agire nel modo più efficace, chiediamo la Vs. cortese gradita collaborazione. Vogliamo trasmettervi le conoscenze sui margini di manovra praticabili, acquisite dalla costituzione del Comitato.
Per questo abbiamo organizzato una nostra Assemblea dove saremo liberi di parlare tra di noi, confrontarci con un dialogo più meditato, utile e costruttivo e soprattutto coordinarci su una strategia comune .
E’ solo con un programma condiviso e libero da “campanilismi” che forse riusciremo a mettere in atto azioni concrete.
Le Istituzioni ci invitano, per la prima volta, a partecipare a un importante atto della vita democratica cittadina e noi, tutti insieme, facciamo sentire la nostra voce senza paura, non lasciamoci sfuggire questa occasione.
Siete quindi TUTTI invitati, favorevoli o contrari al progetto, a partecipare alla NOSTRA assemblea pubblica indetta:Cominciamo un cammino insieme.
Il Comitato Uniti per Boccadasse è stato costituito per Voi, nasce per Voi e deve lavorare con Voi. Per questo, per poter agire nel modo più efficace, chiediamo la Vs. cortese gradita collaborazione. Vogliamo trasmettervi le conoscenze sui margini di manovra praticabili, acquisite dalla costituzione del Comitato.
Per questo abbiamo organizzato una nostra Assemblea dove saremo liberi di parlare tra di noi, confrontarci con un dialogo più meditato, utile e costruttivo e soprattutto coordinarci su una strategia comune .
E’ solo con un programma condiviso e libero da “campanilismi” che forse riusciremo a mettere in atto azioni concrete.
Le Istituzioni ci invitano, per la prima volta, a partecipare a un importante atto della vita democratica cittadina e noi, tutti insieme, facciamo sentire la nostra voce senza paura, non lasciamoci sfuggire questa occasione.
LUNEDI’ 16 MARZO 2009 ORE 21,00
SALA PARROCCHIALE S.ANTONIO DI BOCCADASSE Via Belvedere Firpo - Genova
SALA PARROCCHIALE S.ANTONIO DI BOCCADASSE Via Belvedere Firpo - Genova
Discuteremo su:
• Tipologia d’impianto proposto (secondo la Sig.ra Sindaco trattasi di intervento nuovo e futuribile
E’ questo il volto nuovo che deve avere la città?)
• Le Torri : Forma , posizionamento e altezze (La scelta della forma cilindrica è forse meno impattante di un’altra? Il posizionamento verso via Beretta delle torri penalizza solo una parte di edifici, nello stesso tempo la parte più bassa verso monte ha l’aspetto di un carcere, siamo ugualmente compatti nel contestare entrambe le strutture? L’altezza proposta delle torri non si allinea agli edifici circostanti, ma li sovrasta, quale sarebbe per noi l’altezza ideale?)
• Verde Pubblico (da una prima analisi dei ns. tecnici il progetto propone una “aiuola-budello” centrale attorno alla quale prendere l’ora d’aria come nelle carceri.
Che tipo e quanto verde vogliamo?)
• Porticati (i porticati proposti sono zone di passaggio dalla strada alla zona verde interna e fonti di pericolo per la sicurezza, quale altra soluzione possiamo proporre?)
• Zone di aggregazione (abbiamo già la spiaggia di Boccadasse che è e rimarrà per sempre il nostro luogo d’incontro, abbiamo necessità di nuovi spazi aggregativi ?)
• Servizi di quartiere (ci sono stati proposti asili, scuole elementari, palestra, comando dei vigili urbani, vogliamo uno di questi servizi o un altro?)
• Parcheggi (i posti auto proposti sono 40 a rotazione . Cosa siamo disposti a sacrificare per averne di più?)
• Flusso veicolare (le tre vie : Beretta – Boccadasse – Arnaldo da Brescia sono dimensionate per un flusso limitato alle residenze e s’immettono su due strade, Via Cavallotti e Via Caprera, che già oggi senza tale insediamento, risultano congestionate e in certi orari impercorribili. E’ forse necessario studiare un’altra percorribilità incidendo sui sensi unici?)
• Spazi commerciali (le Istituzioni e i Costruttori ci avevano assicurato la NON presenza di spazi commerciali . Siamo favorevoli ad essi e se si, di che tipo di attività necessita il quartiere?)
• Strategia e comportamento da tenere durante le assemblee pubbliche organizzate dalle Istituzioni.
• Tipologia d’impianto proposto (secondo la Sig.ra Sindaco trattasi di intervento nuovo e futuribile
E’ questo il volto nuovo che deve avere la città?)
• Le Torri : Forma , posizionamento e altezze (La scelta della forma cilindrica è forse meno impattante di un’altra? Il posizionamento verso via Beretta delle torri penalizza solo una parte di edifici, nello stesso tempo la parte più bassa verso monte ha l’aspetto di un carcere, siamo ugualmente compatti nel contestare entrambe le strutture? L’altezza proposta delle torri non si allinea agli edifici circostanti, ma li sovrasta, quale sarebbe per noi l’altezza ideale?)
• Verde Pubblico (da una prima analisi dei ns. tecnici il progetto propone una “aiuola-budello” centrale attorno alla quale prendere l’ora d’aria come nelle carceri.
Che tipo e quanto verde vogliamo?)
• Porticati (i porticati proposti sono zone di passaggio dalla strada alla zona verde interna e fonti di pericolo per la sicurezza, quale altra soluzione possiamo proporre?)
• Zone di aggregazione (abbiamo già la spiaggia di Boccadasse che è e rimarrà per sempre il nostro luogo d’incontro, abbiamo necessità di nuovi spazi aggregativi ?)
• Servizi di quartiere (ci sono stati proposti asili, scuole elementari, palestra, comando dei vigili urbani, vogliamo uno di questi servizi o un altro?)
• Parcheggi (i posti auto proposti sono 40 a rotazione . Cosa siamo disposti a sacrificare per averne di più?)
• Flusso veicolare (le tre vie : Beretta – Boccadasse – Arnaldo da Brescia sono dimensionate per un flusso limitato alle residenze e s’immettono su due strade, Via Cavallotti e Via Caprera, che già oggi senza tale insediamento, risultano congestionate e in certi orari impercorribili. E’ forse necessario studiare un’altra percorribilità incidendo sui sensi unici?)
• Spazi commerciali (le Istituzioni e i Costruttori ci avevano assicurato la NON presenza di spazi commerciali . Siamo favorevoli ad essi e se si, di che tipo di attività necessita il quartiere?)
• Strategia e comportamento da tenere durante le assemblee pubbliche organizzate dalle Istituzioni.
Se non riusciremo a trattare tutti i punti, convocheremo una nuova assemblea pubblica, aspettiamo ed auspichiamo la Vs. collaborazione ed il Vs. concreto aiuto :
PARTECIPIAMO TUTTI !!!!!!
PARTECIPIAMO TUTTI !!!!!!
venerdì 6 marzo 2009
Parli come badi

All'assemblea pubblica di lunedì scorso ne abbiamo sentite dire e ce ne siamo sentite dire (qualcuna l'abbiamo detta anche noi) di tutti i colori. Però una cosa non possiamo sicuramente accettare. Non possiamo accettare di esserci sentiti dire che noi ora abitiamo in un quartire squallido. Eh no, cara signora, Lei si sbaglia di grosso. Non è vero che noi abitiamo in un quartiere squallido, e non sarebbe vero neanche se noi abitassimo a Begato o alle lavatrici di Prà (che tra l'altro conosco bene e ne saluto gli abitanti). La verità è che il luogo dove si hanno gli affetti non è mai squallido, anzi è il più bel posto dove vivere. E chi non ha capito questo, sarà anche un acrobata dell'architettura, ma umananamente ha lacune inarrivabili.
Paolo V.
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