giovedì 19 marzo 2009

E sarebbe bello...


Gent.li Promotori del Comitato,

dopo aver partecipato all'assemblea di lunedì 16 marzo di cui danno conto i quotidiani di stamattina, mi é caro sottoporVi il post che segue in segno di condivisione di intenti.

Una straordinaria e trasversale partecipazione di boccadassini, almeno a giudicare dal numero di presenze e dall’appassionato coinvolgimento dei convenuti all’assemblea di lunedì sera 16 marzo nei locali della Parrocchia del Santo di Padova: se il teutonico progetto dell’arch. Mario Botta venisse sottoposto a referendum non solo tra i residenti, ma anche tra tutti coloro che hanno a cuore le sorti del borgo marinaro, l’esito sarebbe scontato. Una grandinata di bocciature non solo per l’architettura tipo militare ( Forte Sperone apparirebbe più snello ! ) ma anche per la smania edil-speculativa di qualche amministratore prodigo di concessioni solo a favore degli adepti al cosiddetto “partito del mattone”. E’ davvero singolare, infatti, che nonostante quarant’anni di inarrestabile declino della popolazione della città continuiamo ad assistere impotenti a forsennate edificazioni il cui reale scopo pare essere quello di racimolare qualche soldo per tamponare le gestioni spregiudicate di società pubbliche dotate di appetiti molto privati; è indubitabile che la nostra civica amministrazione abbia proceduto disinvoltamente alla svendita del patrimonio immobiliare causando un danno all’erario di svariati milioni sul quale la magistratura sta indagando ma, soprattutto, deprimendo gli interessi e le aspettative legittime di coloro che a Boccadasse ci vivono e lavorano. Quindi, a chi giova la discutibile operazione urbanistica ? Sicuramente agli investitori della cooperativa acquirente i quali si vedono così moltiplicare in un balzo l’investimento a dispetto del decoro e dell’amenità del secolare borgo marinaro che nel tempo, oltre che luogo di risonanza sconfinata, ha assunto il rango di luogo dello spirito. Prima che l’ex rimessa di autobus venga abbandonata al suo destino come è capitato, ad esempio, all’area che prospetta lo Champagnat, trasformata dopo tanti anni di indecorosa e miserevole fatiscenza in un assai discutibile edificio con hard discount incorporato oppure allo spiazzo oggi occupato dalla stazione di carburante con gli inestetici garage sottostanti, propongo, previo un congruo ridimensionamento dei volumi previsti nello sgangherato progetto dell’architetto svizzero, di adibire non più della metà degli spazi che verranno realizzati ad edilizia residenziale e nella restante quota di trasferire la sede del negletto IIT – Istituto Italiano di Tecnologia, ad oggi relegato in un anonimo stabile di Morego, o, quanto meno, di realizzare un centro culturale a favore dei genovesi, magari sul modello del centro culturale G. Pompidou di Parigi che guarda caso è stato progettato proprio da un assai promettente poco più che trentenne architetto genovese. Si potrebbero così compensare le attese di rendita del privato acquisitore con la prospettiva, decisamente più nobile, di realizzare un nuovo e vitale centro di aggregazione ed incontro per scienziati, studiosi, curiosi cittadini legati solo da un unico ma indissolubile filo: una grande passione per Boccadasse.



Paolo Cornacchia

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